Il panorama fiscale italiano è in continua evoluzione, con modifiche normative che mirano a migliorare la trasparenza e l’efficienza del sistema tributario. Una delle novità più rilevanti del 2024 riguarda il divieto di compensazione dei crediti fiscali. Questo articolo approfondisce le nuove regole introdotte, le loro implicazioni per contribuenti e professionisti del settore, e le ragioni alla base di queste modifiche.
La compensazione dei crediti fiscali è una pratica che permette ai contribuenti di utilizzare i crediti maturati verso l’erario per pagare imposte, tasse e contributi dovuti. Ad esempio, un’azienda con un credito IVA può utilizzarlo per compensare le imposte sui redditi o i contributi previdenziali.
A partire dal 1° luglio 2024, entreranno in vigore nuove regole riguardanti la compensazione dei crediti d’imposta, introdotte dalla legge 30 dicembre 2023, n. 213, e modificate dal decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39. Queste norme stabiliscono che i contribuenti non possono utilizzare i crediti d’imposta per compensare i debiti erariali superiori a 100.000 euro se i termini di pagamento sono scaduti.
In base alle nuove regole, la compensazione dei crediti d’imposta sarà vietata nei seguenti casi:
Debiti per imposte erariali e accessori iscritti a ruolo: se un contribuente ha debiti iscritti a ruolo per un importo totale superiore a 100.000 euro, e i termini di pagamento sono scaduti, non potrà utilizzare i crediti d’imposta per compensare tali debiti.
Debiti affidati agli agenti della riscossione: il divieto si applica anche ai debiti affidati agli agenti della riscossione relativi ad atti emessi dall’Agenzia delle Entrate.
Crediti d’imposta indebitamente utilizzati: Se il contribuente ha utilizzato indebitamente crediti d’imposta, comprensivi di interessi e sanzioni, questi non potranno essere compensati.
Alcune tipologie di debiti sono escluse dal divieto di compensazione:
Tributi locali e contributi previdenziali: debiti relativi a tributi locali, contributi previdenziali e assistenziali, premi INAIL, e infrazioni al codice della strada non sono soggetti al divieto.
Debiti con sospensione del pagamento: debiti che sono oggetto di sospensione del pagamento, sia amministrativa che giudiziale, non sono inclusi nel divieto.
Piani di pagamento rateale: i debiti oggetto di piani di pagamento rateale non sono soggetti al divieto, a meno che non si verifichi la decadenza del piano (ad esempio, mancato pagamento di otto rate anche non consecutive).
I contribuenti con debiti erariali superiori a 100.000 euro possono evitare il divieto di compensazione richiedendo la rateizzazione del debito entro il 30 giugno 2024. La richiesta deve essere presentata ai sensi dell’art. 19 del DPR 29 settembre 1973, n. 602. Questo permette di distribuire il pagamento del debito in più rate, rendendo possibile la compensazione dei crediti.
L’Agenzia delle Entrate effettuerà controlli per verificare il rispetto del divieto di compensazione. Se vengono riscontrate irregolarità, la delega di pagamento non sarà eseguita e i versamenti e le compensazioni saranno considerati come non effettuati. In caso di violazione, verrà applicata una sanzione pari al 50% dell’importo indebitamente utilizzato. Il contribuente avrà trenta giorni di tempo per fornire eventuali chiarimenti.
Il divieto di compensazione si applica anche ai debiti iscritti a ruolo a titolo definitivo per importi superiori a 1.500 euro. In caso di compensazione indebita, verrà irrogata una sanzione del 50% dell’importo utilizzato in eccesso.
Le nuove regole sul divieto di compensazione dei crediti d’imposta, in vigore dal 1 luglio 2024, mirano a garantire una maggiore equità e trasparenza nel sistema fiscale italiano. I contribuenti devono essere consapevoli delle nuove restrizioni e adeguare la gestione dei propri crediti fiscali di conseguenza. Per evitare problemi, è consigliabile consultare un commercialista o un consulente fiscale e considerare la possibilità di rateizzare i debiti erariali.