Anche se il termine ordinario per l’invio della Certificazione Unica 2025 (CU) è scaduto il 17 marzo, non tutto è perduto. Esiste infatti la possibilità di regolarizzare la propria posizione attraverso uno strumento molto utile: il ravvedimento operoso. Questo consente di correggere eventuali errori o omissioni senza attendere l’arrivo di sanzioni più gravi.
Ma partiamo dall’inizio. La CU è il documento che il sostituto d’imposta (solitamente il datore di lavoro o il committente) deve rilasciare al lavoratore o al collaboratore, e serve a certificare i redditi percepiti nell’anno precedente. Oltre a essere consegnata al percipiente, deve anche essere trasmessa all’Agenzia delle Entrate per permettere l’elaborazione delle dichiarazioni precompilate.
E se si sbaglia o si invia in ritardo?
In caso di CU errata o inviata oltre il termine previsto, è comunque possibile correggere la situazione. L’Agenzia delle Entrate, in più occasioni, ha chiarito che l’invio tardivo non annulla la validità della certificazione, ma comporta una sanzione che può essere ridotta proprio grazie al ravvedimento operoso.
La buona notizia, quindi, è che si può rimediare, ma è importante farlo nei tempi giusti. Se la correzione o l’invio viene effettuato entro 5 giorni dalla scadenza, non si incorre in alcuna sanzione. Se si va oltre, ma entro 60 giorni, si applica una sanzione ridotta (pari a un terzo di quella ordinaria). Anche superato questo termine, resta comunque possibile sanare l’irregolarità, ma le sanzioni aumentano.
Come funziona il ravvedimento operoso
Il ravvedimento operoso è uno strumento che permette di autodenunciarsi, versando una sanzione ridotta rispetto a quella ordinaria. È importante sapere che questo meccanismo non riguarda solo le imposte, ma anche adempimenti come l’invio della CU.
Nel caso specifico della Certificazione Unica, chi invia una CU tardiva o corregge un errore può evitare le sanzioni più pesanti semplicemente regolarizzando la propria posizione e pagando una multa ridotta, proporzionata al ritardo. L’obiettivo del ravvedimento è proprio quello di incentivare il contribuente ad agire prima che l’amministrazione si attivi con controlli o sanzioni più severe.
Cosa succede al contribuente?
Se il sostituto d’imposta effettua una correzione o un invio tardivo, il contribuente (cioè chi riceve la CU) non viene penalizzato. Infatti, può comunque usare la certificazione per presentare correttamente la dichiarazione dei redditi. I professionisti abilitati possono tener conto della CU aggiornata anche se arrivata in ritardo, a patto che sia comunque disponibile entro i termini utili per presentare la dichiarazione.
Anche se ci si è dimenticati di inviare la Certificazione Unica nei tempi previsti, non è il caso di farsi prendere dal panico. È possibile rimediare tramite ravvedimento operoso, che consente di sistemare la situazione con una sanzione ridotta e senza ulteriori conseguenze.
L’importante è non rimandare: prima si interviene, più basse saranno le sanzioni da pagare. E nel frattempo, il percipiente potrà comunque utilizzare la CU, purché riceva la versione corretta prima della scadenza per la presentazione della propria dichiarazione dei redditi.
Il consiglio? In caso di dubbi o dimenticanze, meglio agire subito, lo Studio è a tua completa disposizione.