L’introduzione di decreti attuativi rappresenta una fase cruciale nell’implementazione della recente Riforma Fiscale, delineata dalla Legge n. 111 del 9 agosto 2023. In particolare, il Decreto Legislativo, oggetto della presente analisi, approvato nella seduta del Consiglio dei Ministri del 30 ottobre 2023, concentra la sua portata sulle questioni cruciali dell’accertamento tributario e del concordato preventivo biennale.

Contesto e motivazioni della manovra

La necessità di rivedere l’attuale quadro normativo ha trovato riscontro nella sessione del Consiglio dei Ministri, dove si è deliberato il varo di decreti attuativi per dare piena attuazione agli obiettivi della Riforma Fiscale. Quest’ultima è stata ideata per rispondere alle dinamiche economiche in evoluzione e per instaurare un sistema più efficiente e partecipativo.

Accertamento tributario, di che cosa si tratta?

Il cuore della riforma si riflette nella sezione dedicata all’accertamento tributario. Il Decreto Legislativo, in sintonia con la delega per la riforma fiscale, si propone di migliorare la partecipazione del contribuente nel processo accertativo. L’obiettivo è stabilire un contraddittorio preventivo generalizzato, conferendo al destinatario del provvedimento impositivo il diritto di presentare le proprie difese prima dell’emanazione del provvedimento stesso.

La novità più rilevante è la promozione della cooperazione tra le amministrazioni nazionali ed estere. Il decreto prevede meccanismi che facilitano il dialogo e la condivisione di informazioni, contribuendo così a una gestione più efficace degli accertamenti tributari.

Concordato preventivo biennale

Un altro aspetto fondamentale del decreto riguarda l’introduzione del Concordato Preventivo Biennale (CPB). Questa misura è mirata a favorire i contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito da impresa e lavoro autonomo, residenti nel territorio nazionale.

L’articolo 6 del Capo I del decreto, in ottemperanza alla legge delega, istituisce il CPB come strumento per razionalizzare gli adempimenti dichiarativi e promuovere l’adempimento spontaneo. L’Agenzia delle Entrate gioca un ruolo centrale, formulando una proposta per la definizione biennale del reddito derivante dall’esercizio di impresa o dall’esercizio di arti e professioni, nonché del valore della produzione netta.

Che cos’è l’articolazione del CPB

Il CPB è strutturato in quattro sezioni, ciascuna dedicata a specifiche tipologie di contribuenti:

  • Sezione I: Dispone norme di carattere generale applicabili a tutte le tipologie di contribuenti coinvolte nel CPB.
  • Sezione II: Riguarda i contribuenti soggetti agli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) e ne definisce le disposizioni specifiche.
  • Sezione III: Disciplina le norme del CPB applicabili ai contribuenti che operano sotto il regime forfetario.
  • Sezione IV: Stabilisce le disposizioni di coordinamento e chiusura, fornendo un quadro organico e completo della normativa.

Accesso al CPB e requisiti

L’accesso al CPB è consentito a coloro che soddisfano determinati requisiti, tra cui un punteggio di affidabilità fiscale non inferiore a 8 per i contribuenti ISA e la regolare estinzione dei debiti tributari. Gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che aderiscono al regime forfettario possono altresì beneficiare del CPB, con l’obbligo di dichiarare gli importi concordati nei periodi d’imposta interessati.

Il Decreto Legislativo, fondamentale per l’implementazione della Riforma Fiscale, rappresenta un passo avanti nella modernizzazione del sistema tributario italiano. L’introduzione del CPB e le innovazioni nell’accertamento tributario sono destinati a contribuire alla semplificazione degli adempimenti e alla promozione di una fiscalità più equa ed efficiente.