Dopo aver ottenuto la fiducia alla Camera con 288 sì, e l’approvazione con 270 voti favorevoli, 33 contrari e 49 astenuti, il testo è passato al Senato per la conversione in legge, che dovrebbe arrivare prima del 29 giugno 2019. Cosa prevede il Decreto Crescita 2019? Le novità sono molte, analizziamo quelle principali.
Decreto Crescita 2019: il complesso iter per l’approvazione
Il percorso di conversione in legge del Decreto Legge n. 34 “Crescita” del 2019 ha visto numerose accese discussioni, ma è ormai quasi giunto al termine. Il provvedimento contiene “misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi” che devono attuarsi attraverso “interventi fiscali per la crescita, norme per il rilancio degli investimenti privati, disposizioni per la tutela del made in Italy e ulteriori interventi per la crescita“. Il Decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 100 del 30 aprile 2019 (qui il testo completo) ed è entrato in vigore il 01/05/2019.
Grazie all’approvazione del Decreto Crescita con la formula “salvo intese”, il governo ha avuto la possibilità di continuare a ritoccare il testo anche dopo la sua entrata in vigore. Ecco perché ha continuato a presentare emendamenti, fra accordi e polemiche, fino al definitivo sì della Camera, che spinge il Decreto Crescita 2019 verso la sua conversione in legge.
La necessità di avere un programma di crescita efficace, per il nostro paese, è data sia dalla situazione ben poco positiva riguardo alla crescita economica, sia per il rischio di incombere nella temuta procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea. Quest’ultima ha chiesto urgentemente all’Italia di trovare soluzioni per uscire dalla crisi economica e invertire la rotta del continuo aumento del PIL.
Cosa prevede il Decreto Crescita 2019
Sono oltre 100 gli articoli del testo del Decreto Crescita che è approdato in Senato per la conversione ufficiale a legge. Le novità sono quindi moltissime. Si tratta di emendamenti atti a promuovere lo sviluppo economico e la crescita del nostro paese, favorendo sgravi fiscali, agevolazioni e incentivi al lavoro.
Tra le novità più importanti, ricordiamo la riapertura della Rottamazione Ter e il saldo e stralcio delle cartelle, con la scadenza di presentazione delle domande che è passata dal 30 aprile 2019 al 31 luglio 2019 (ne abbiamo già parlato in questo articolo).
Decreto Crescita: approvato l’incentivo Nuove Imprese a tasso zero
L’incentivo Nuove Imprese a tasso zero è un provvedimento già attivo, che prevede finanziamenti a tasso zero, fino ad 1,5 milioni di euro, per coloro che vogliono avviare una micro o piccola impresa. Si rivolge agli uomini di età compresa fra 18 e 35 anni, e alle donne di qualsiasi età. I settori interessati sono i seguenti:
- Produzione di beni nei settori dell’industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli;
- Fornitura di servizi a imprese e persone;
- Commercio;
- Turismo;
- Attività di valorizzazione della filiera turistico-culturale;
- Innovazione sociale.
L’agevolazione è estesa a tutte le imprese in forma di società (e cooperative) composte per oltre il 50% da soci rientranti nei requisiti richiesti. Possono fare domanda anche le persone fisiche, a patto che si impegnino a costituire la società entro 45 giorni dall’eventuale accoglimento della richiesta di incentivo.
Le modifiche apportate dal Decreto Crescita all’incentivo Nuove Imprese a tasso zero, riguardano l’allargamento dei soggetti beneficiari. La norma si apre alle imprese costituite da non oltre 60 mesi (non più 12, come previsto fino ad adesso). Si amplia, inoltre, la percentuale di copertura delle spese ammissibili, che rimane al 75% per le aziende costituite da meno di 36 mesi, mentre sale al 90% per quelle esistenti da oltre 36 (fino a 60 mesi).
Anche gli importi subiscono una differenziazione. Per le imprese nate da meno di 36 mesi la spesa massima finanziabile è di 1,5 milioni di euro, per quelle aperte da 36 e 60 mesi passa a un massimo di 3 milioni di euro.
Cambia poi la durata massima del mutuo agevolato, da 8 a 10 anni. L’agevolazione, infine, prevede la possibilità di cumulo con altri incentivi, nei limiti stabiliti in materia di aiuti di Stato.
Le altre novità del Decreto Crescita 2019
A queste importanti riforme si aggiungono altri provvedimenti non privi di interesse. Tra questi troviamo:
- Taglio Inail: Diventa strutturale il taglio delle tariffe Inail da 600 milioni, ma solo dal 2023. Per il 2022 rimane quindi un “buco”. Dal 2023 sarà inoltre deducibile l’Imu sui capannoni e si ridurrà l’Ires al 20%;
- Ecoincentivi: l’incentivo per l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi si estende a tutte le moto, i motorini, i tricicli e le microcar. Sarà, inoltre, possibile rottamare i mezzi di familiari conviventi;
- Contratto di espansione: scivolo per le riorganizzazioni aziendali, riservato in via sperimentale per questi due anni alle imprese con oltre 1000 dipendenti. Prevede la possibilità di licenziare i lavoratori in procinto di pensionamento, con uno “scivolo” fino a 5 anni.