Da un’indagine emessa dalla guardia di Finanza, incrociando i dati delle banche dati, è emerso che nel periodo 2013-2016, ben 1790 lavoratori autonomi si sono “dimenticati”  di presentare le dichiarazioni per le imposte sui redditi e dell’Iva per almeno un’annualità, in cui hanno avuto compensi per un importo oltre i superiore a 50.000 euro certificato dai propri sostituti d’imposta.

Nella circolare 0097540 datata 24.07.2018 della guardia di finanza, inviata a comandi territoriali si richiede un aumento del livello quantitativi e qualitativi delle verifiche su tutte le tipologie lavoratori autonomi (quindi anche i professionisti).
L’iniziativa è coordinata dal Nucleo di polizia valutaria e dal Servizio centrale investigazioni criminalità organizzata (Scico).

A partire dal 30.07.2018 i comandi territoriali della Guardia di Finanza potranno accedere alla banca dati Amico Plus, piattaforma software in uso alla GdF utilizzata prevalentemente per il monitoring dei contribuenti che hanno intenzione di saldare volontariamente il proprio debito fiscale.

 

Le Fiamme Gialle, per eseguire l’accertamento sui lavoratori autonomi partono reperendo informazioni di varia tipologia come ad esempio dalle banche dati in uso al Scico e al Nucleo valutario e dall’INPS. I dati raccolti daranno origine ad un fattore di rischio con un  valore massimo pari a “100”, che sarà costituito dalla somma dei valori delle tre sottocategorie corrispondenti alle tipologie di rischio connesse alle aree operative di interesse ovvero, rischio criminalità organizzata , rischio riciclaggio  e rischio fiscale.

 

In conclusione
Con la circolare 0097540 datata 24.07.2018, la Guardia di finanza impartisce le linee guida ai propri comandi regionali conferendo una più ampia autonomia decisionale e flessibilità in modo da consentire di individuare  più agevolmente i lavoratori autonomi responsabili di evasione dell’iva e delle imposte sui redditi.