La Commissione Finanza della Camera ha approvato un emendamento che prevede la possibilità di rateizzare il pagamento del secondo acconto IRPEF per i titolari di partita IVA. Questa opzione è stata da tempo oggetto di una riforma fiscale per distribuire il carico delle imposte nel corso dell’anno. Il testo dell’emendamento non modifica le modalità di determinazione e calcolo dell’acconto.

La proposta, inclusa nella legge delega sulla revisione del sistema fiscale, mira a garantire una distribuzione del carico fiscale nel corso dell’anno senza penalizzazioni. Si attendono ulteriori sviluppi riguardanti la rateizzazione del secondo acconto dall’emendamento approvato.

Con l’emendamento approvato in Commissione Finanza della Camera, si prevede di consentire ai titolari di partita IVA la possibilità di rateizzare il pagamento del secondo acconto IRPEF su più mensilità.

Questa opzione, da tempo auspicata nell’ambito di una riforma fiscale, mira a distribuire il carico fiscale in più mesi dell’anno ed è ora inclusa nella legge delega.

Va sottolineato che l’emendamento riguarda solo la rateizzazione del secondo acconto IRPEF e non modifica le modalità di determinazione e calcolo, mantenendo quindi invariati gli aspetti storici e previsionali.

La Commissione Finanze della Camera ha approvato vari emendamenti nella seduta conclusiva del 29 giugno scorso, e tra le novità, c’è la possibilità di rateizzare il secondo acconto IRPEF.

La proposta emendativa non introduce penalizzazioni per il differimento e il frazionamento delle nuove modalità di versamento, e la distribuzione su più mesi non dovrebbe pesare sulle finanze pubbliche.

In attesa di ulteriori novità riguardanti la rateizzazione anche del secondo acconto, è importante ricordare che i contribuenti devono versare le imposte, utilizzando il Modello F24, entro determinati termini, a seconda della tipologia di contribuente.

Per quanto riguarda le persone fisiche, i versamenti delle imposte sui redditi avvengono in due fasi: il saldo relativo all’anno oggetto della dichiarazione e l’acconto per l’anno successivo, che può essere pagato in una o due rate, a seconda dell’importo.

Ad esempio, l’acconto IRPEF è dovuto se l’imposta dichiarata nell’anno precedente, al netto delle detrazioni, dei crediti d’imposta, delle ritenute e delle eccedenze, è superiore a 51,65 euro. Se l’acconto supera i 257,52 euro, si deve effettuare un versamento unico entro il 30 novembre, altrimenti si può optare per due rate: la prima, pari al 40%, entro il 30 giugno (insieme al saldo), e la seconda, il restante 60%, entro il 30 novembre.

Per quanto riguarda l’IRESE, i versamenti a saldo e l’eventuale primo acconto devono essere effettuati entro l’ultimo giorno del sesto mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta, oppure entro il trentesimo giorno successivo, con un interesse corrispettivo dello 0,40 per cento. L’acconto Ires è fissato al 100% e si può pagare in due rate, a meno che l’importo da versare alla scadenza della prima non superi i 103 euro.

Si resta in attesa delle novità riguardanti la possibilità di rateizzare anche il secondo acconto IRPEF, come previsto dalla proposta emendativa approvata.